Dietro le quinte di un evento europeo:
dall’European Universities 3×3 Basketball Championship 2025 ai Giochi Universitari Europei 2026
La visione di Lorenzo Lentini Presidente del CUS Salerno e già protagonista dell’organizzazione delle Universiadi di Napoli 2019, del Rettore Vincenzo Loia, di Adam Roczek, Presidente EUSA (European University Sports Association) e di Andrea Capobianco, allenatore della Nazionale di Basket Femminile
“Dietro un grande evento sportivo europeo c’è un lavoro di squadra silenzioso ed entusiasta. Portare a Salerno l’EUSA European Universities 3×3 Basketball Championship 2025 e prepararci agli EUSA European Universities Games 2026 significa trasformare l’Ateneo e il nostro territorio in un vero villaggio dello sport aperto all’Europa e al mondo”. È un racconto appassionato quello di Lorenzo Lentini, da anni alla guida del CUS Salerno, realtà che nel panorama dei Centri Universitari Sportivi italiani si distingue per la continuità nella promozione dello sport universitario, per la gestione di impianti moderni e funzionali e per la capacità di organizzare grandi eventi internazionali.
“Con l’European Universities 3×3 Basketball Championship 2025 abbiamo vissuto un’esperienza straordinaria – racconta Lentini -. Abbiamo dimostrato di saper accogliere, organizzare e raccontare lo sport in modo professionale e autentico. Dietro le quinte un enorme lavoro di squadra ha reso possibile tutto questo. Non si tratta solo di mettere in campo partite e competizioni – prosegue Lentini – ma di creare un ecosistema che funziona come un orologio: accoglienza per centinaia di atleti e tecnici, logistica, sicurezza, trasporti, spazi sportivi e momenti di socialità. L’esperienza maturata con le Universiadi di Napoli 2019 ci ha insegnato quanto sia importante coordinare istituzioni, volontari, federazioni sportive e comunità locali: nessuno vince da solo, e un grande evento nasce solo dal gioco di squadra”.
Lentini racconta con lucidità come lo sport sappia diventare linguaggio universale: “Ogni atleta che arriva a Salerno porta con sé non solo talento e passione, ma anche una cultura, una storia e una voglia di incontro. Per qualche giorno, il nostro campus si trasforma in un crocevia di lingue e amicizie europee, dove una partita di basket o un momento conviviale diventano occasioni di dialogo e conoscenza reciproca”. E qual è la sfida più bella per chi organizza un evento così complesso? “Far sentire ogni partecipante a casa, regalando a studenti e atleti non solo competizioni indimenticabili ma anche la sensazione di vivere un’esperienza di crescita unica. È qui che lo sport esprime tutto il suo valore: unire i popoli, raccontare il nostro territorio e costruire ponti di pace e solidarietà che vanno ben oltre il campo di gioco”.
“Per il nostro territorio questi eventi rappresentano anche un’importante legacy in termini di infrastrutturazione sportiva, – sottolinea poi Lentini – Università e CUS Salerno hanno ampliato e riqualificato spazi sportivi: 3 palazzetti PalaUnisa, campi da padel, piscina, palestre e mensa. Impianti che saranno saranno il cuore degli European Universities Games 2026 e sono già operativi come legacy permanente. Il campus di Fisciano è stato dotato di spazi polivalenti attrezzati per ospitare gare internazionali e attività quotidiane universitarie. Ma è anche indotto la presenza di migliaia di atleti, staff e visitatori che genera un impatto immediato su ospitalità, ristorazione, servizi e trasporti. E visibilità internazionale per un effetto turistico duraturo. A cui si aggiunge il valore sociale e culturale: gli eventi internazionali rafforzano la coesione territoriale, coinvolgendo cittadini, istituzioni e scuole in attività sportive, culturali e sociali”.
Gli fa eco il rettore Vincenzo Loia: “E’ un bilancio molto positivo per un’Università che si è preparata adeguatamente che ora deve valorizzare i risultati per una competizione che ci aspetta tra un anno. L’Università di Salerno ha saputo valorizzare la cultura dello sport e una visione internazionale”.
Ad alimentare l’orgoglio del CUS Salerno anche la testimonianza del presidente di EUSA Adam Roczek presente al torneo europeo: “Sono rimasto profondamente colpito dall’Università di Salerno, un campus unico in Italia: per la grandezza e la qualità delle sue strutture sportive, per l’ordine e la manutenzione impeccabile di ogni area e per l’ospitalità offerta agli atleti. Dalla moderna cittadella sportiva, al PalaUnisa, ai campi da calcio e da tennis, fino alla mensa universitaria, dove tutti i partecipanti hanno potuto scoprire la vera dieta mediterranea, questo ateneo è un modello di accoglienza e organizzazione che rappresenta al meglio lo spirito dei Giochi Universitari Europei”.
Ad evidenziare i valori educativi dello sport e la grande capacità organizzativa del test event che vede Salerno proiettarsi già ai Games del 2026 interviene Andrea Capobianco, allenatore della Nazionale di Basket Femminile – reduce dal bronzo ad Eurobasket 2025 – con un incoraggiamento ai giovani atleti: “Quest’anno abbiamo conquistato il terzo posto che mancava da trent’anni in Italia. Sono nato sui campi di basket all’aperto, ho sempre sognato con i piedi per terra. I giovani devono sognare e credere nel futuro, ricordandosi che dietro deve esserci lavoro, sicurezza in sé stessi e voglia di arrivare, ma è possibile soltanto sudando in mezzo al campo”.